Era servo di un ufficiale romano che prestava servizio all’estero. Chissà di dove era questo poveretto. Un arabo, un barbaro, un libanese, chi lo sa? Non sappiamo nulla di lui, delle sue idee, della sua religione né della sua moralità. Il mio servo paralizzato soffre terribilmente. Si dice questo di lui, altro non sappiamo. A Gesù basta questo, altro non chiede. Chi soffre va guarito e basta: io verrò e lo guarirò. Nessun medico si domanda se il paziente meriti o meno le cure. Il centurione però chiede a Gesù di guarire il servo a distanza: di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Gesù lo ascolta. Ascolta la richiesta di un militare occupante, un infedele pagano. Gesù ascolta la sofferenza. Il punto di partenza è la guarigione dalla sofferenza. Morale significa comportamento. Per Gesù è immorale non ascoltare la sofferenza, chiunque sia colui che soffre, qualunque sia il genere di sofferenza, fosse pure quella della prostituta più indecente, del tossico più bugiardo. Prima si guarisce la sofferenza. Poi si ha la credibilità per parlare, correggere, rieducare. È l’amore che converte, non il giudizio… per saperne di più … https://lalocandadellaparola.com/2023/07/01/solo-cosi-2/
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