Stati Generali della ricerca

L’innovazione e il suo impatto sulle nostre società, ma anche la programmazione europea e le storie eccezionali di talento delle ricercatrici vincitrici dell’ERC (European Research Council) Grant, appena rientrate in Italia.

Questi i temi al centro degli ‘Stati generali della Ricerca e dell’Innovazione’ della Regione Lombardia che si sono svolti quest’anno alla Villa Reale di Monza alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, del presidente della Regione Lombardia e dell’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione.

La ricerca, dunque, come punto da cui ripartire: una giornata importante per confrontare esperienze, scoprire alcune delle più promettenti ricerche oggi attive in Lombardia e riflettere su come incrementare ulteriormente l’attrattività del sistema universitario lombardo. Ma anche un incontro per conoscere gli interventi realizzati e approfondire i principali investimenti previsti dalla Lombardia nei prossimi sette anni.

“Ricerca e innovazione – ha detto il governatore aprendo i lavori – sono, da sempre, driver per lo sviluppo e la crescita del territorio e, oggi più che mai, rappresentano una leva importante di ripresa”.

“Nel periodo che abbiamo appena vissuto è stato difficile conservare fiducia nel progresso scientifico e tecnologico, poiché abbiamo sperimentato la diffusione di un virus che ci ha reso impotenti e impreparati, ma la reazione della scienza è stata invece fondamentale per combatterlo. Proprio la scienza è stata riportata dall’emergenza sanitaria al centro del dibattito pubblico – ha aggiunto – ma i nostri ricercatori, le università, i centri di ricerca, le imprese hanno dimostrato una straordinaria capacità adattiva”.

“La vera forza della Lombardia – ha sottolineato il presidente – risiede infatti nell’intelligenza del nostro capitale umano, asset fondamentale nell’attuale scenario socioeconomico. Dalla comunità scientifica lombarda è possibile, ne sono certo, promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva a vantaggio dei territori e dell’intero Paese”.

Per questa ragione abbiamo fortemente sostenuto l’accordo di collaborazione fra i 4 IRCCS pubblici lombardi e guardiamo con fiducia alla nascita di un soggetto che, insieme a Human Technopole, sappia fungere da piattaforma lombarda a vantaggio delle scienze della vita per promuovere ed integrare tutti i soggetti che sul territorio si occupano di trasferimento tecnologico con importanti ricadute sul sistema economico lombardo”.

“In Lombardia – ha concluso il governatore – si sviluppano materiali innovativi, si realizzano progetti d’avanguardia e oggi, proprio qui, possiamo toccare con mano gli sviluppi delle tecnologie per il futuro della mobilità, frutto di una collaborazione virtuosa fra centri di ricerca e imprese”.

Nel corso dell’evento sono state illustrate le risorse della Programmazione comunitaria, il primo e più importante strumento che Regione Lombardia può mettere a disposizione del territorio. Per il 2021-2027 le risorse ammontano complessivamente – sommando Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – a 3,5 miliardi di euro.

“Per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – ha detto l’assessore all’Università, Ricerca e Innovazione – abbiamo previsto di dedicare un totale di 2 miliardi per il periodo 2021-2027. Questo significa che le risorse rispetto allo scorso ciclo di programmazione 2014-2020 in cui erano 970 milioni di euro, oggi sono più che raddoppiate”.

Nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale più di metà delle risorse, quindi circa 1,1 miliardi di euro, saranno dedicate all’obiettivo strategico ‘Un’Europa più competitiva e intelligente’; 633 sono invece i milioni dedicati all’obiettivo strategico ‘Un’Europa più verde’ e 240 i milioni dedicati agli obiettivi di sviluppo sociale ‘Un’Europa più vicina ai cittadini’.

“Le nostre priorità – ha proseguito – sono chiare e precise: valorizzare i dati, anche attraverso l’adozione di metodologie di intelligenza artificiale; intensificare l’approccio di Open Innovation e favorire il trasferimento tecnologico. Per i prossimi anni sono previsti investimenti in progetti di sviluppo industriale di grandi dimensioni, la promozione di dottorati industriali, ma anche la nascita di Hub tecnologici su tematiche strategiche come il digitale, la mobilità sostenibile, la salute, l’economia circolare”.

Il metodo sarà quello già sperimentato in questi anni con gli Accordi per la Ricerca e con la Call Hub, due misure che hanno mobilitato investimenti pubblici e privati per oltre 434 milioni di euro, coinvolgendo quasi 400 partner, tra imprese e organismi di ricerca. Idee innovative, partenariati forti, capacità di intercettare le opportunità a livello europeo e internazionale.

“Con il Fondo Italiano per la Scienza e con le risorse previste dal Pnrr – ha detto il ministro dell’Università e Ricerca – vogliamo rafforzare la compagine della ricerca italiana che passa prima di tutto dal rafforzamento delle persone. È un momento in cui tutti gli attori del sistema, e in questo le Regioni avranno un ruolo fondamentale, devono parlarsi e trovare le soluzioni migliori per lavorare sui centri nazionali per le tecnologie abilitanti, sugli ecosistemi dell’innovazione, sulle infrastrutture di ricerca, sui partenariati. Dobbiamo riuscire  ad usare le varie misure in modo complementare per avere un forte impatto sul Paese, sulla popolazione, sui giovani”

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