Il ruolo della Nato nell’Europa di domani

L’Europa e la Francia stanno affrontando sfide significative che potrebbero condurre a un futuro incerto e instabile. Tra le sfide che l’Europa dovrà affrontare vi sono la crisi economica, la crisi migratoria, la guerra in Ucraina e l’ascesa dei populismi. In questo contesto, l’Europa e la NATO devono affrontare con determinazione e unità la sfida più grande: la soluzione della guerra in Ucraina. È essenziale rafforzare la cooperazione, investire nella difesa e promuovere i valori democratici.

È importante sottolineare l’importanza di una narrativa convincente che definisca chiaramente gli obiettivi e i valori dell’Europa e della NATO. Riconnettere i cittadini con il progetto europeo e atlantico sarà fondamentale per generare il sostegno necessario per affrontare le sfide future.

Su queste tematiche, abbiamo interpellato il Generale Giuseppe Morabito, membro per anni delle strutture NATO e attualmente nel Direttorio della NATO Defence College Foundation, per fare chiarezza sui recenti eventi, come le elezioni francesi ed europee, e valutare se ci saranno cambiamenti politici e strategici della NATO in risposta alle evoluzioni nei rapporti tra Russia e Cina.

Le recenti elezioni europee e francesi hanno determinato un nuovo quadro politico tutto ciò che influenza avrà sull’Alleanza Atlantica?

Il rapporto tra Macron e la NATO non è mai stato idilliaco e ha toccato il punto probabilmente più basso nel 2019, quando il presidente francese denunciò pubblicamente lo stato di “morte cerebrale” dell’Organizzazione. Non fu una dichiarazione riuscita. Più di recente, c’è stato il dossier asiatico, con il ‘no’ dell’Eliseo all’apertura di un ufficio di collegamento in Giappone che avrebbe costituito la prima presenza di rilievo dell’Alleanza in una regione ad alta tensione. Il presidente francese ha più volte chiarito di preferire una difesa europea autonoma all’ombrello della NATO. Macron ha perso le elezioni e formare un governo a Parigi sarà un’impresa complessa e per il momento, a mio parere, non ci saranno ripercussioni, a meno che l’estrema sinistra non si imponga…comunque difficile e non augurabile. Le elezioni europee non hanno cambiato l’approccio dei paesi del Vecchio Continente e membri dell’Alleanza. Non ci sono, al momento, ripercussioni e non si sono palesate al recente Summit di Washington. Tutti concordano nel condannare l’aggressione russa, con alcuni distinguo ma consenso nell’opporsi a Mosca.

L’avvicinamento politico-strategico tra Russia e Cina imporrà cambiamenti alla strategia della NATO?

Il documento finale del citato Summit NATO di Washington accusa, senza possibilità di smentita, Pechino di aver consentito e favorito il protrarsi della guerra in Ucraina attraverso la sua partnership “senza limiti” e il sostegno all’industria della difesa russa.La partnership senza limiti era stata annunciata nel febbraio 2022 dopo un incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo russo, Vladmir Putin, giorni prima che la Russia lanciasse un’invasione a tutti gli effetti dell’Ucraina. Xi dichiarava che non ci sono “limiti” all’amicizia tra i due paesi e che non esistono “aree di cooperazione “proibite”. La dichiarazione della NATO richiede esplicitamente alla Cina Popolare di “cessare ogni sostegno materiale e politico allo sforzo bellico di aggressione della Russia”, compresa la fornitura di materiali a duplice uso che possono essere utilizzati nelle armi. “La Cina Popolare non può consentire la più grande guerra europea della storia recente senza che ciò abbia un impatto negativo sui suoi interessi e sulla sua reputazione”, si legge nel comunicato e questo vale anche come monito per l’atteggiamento aggressivo di Pechino nell’Indo Pacifico soprattutto nei confronti della democratica Repubblica di Cina -Taiwan. Mi pare un buon e deciso cambiamento nell’approccio a Pechino.

Nell’attuale quadro geopolitico internazionale il ruolo della NATO rimane difensivo o devono essere prese in considerazioni nuove capacità operative?

La NATO è un’organizzazione politica dotata di uno strumento militare difensivo per salvaguardare i 32 paesi membri. Questo quadro non cambia. Lo strumento militare può variare nelle sue capacità operative nei vari scenari che si potranno configurare ma l’approccio difensivo non cambia. Nel febbraio 2014 la Russia ha conquistato la Crimea e non si è fermata lì. Certamente i 32 Alleati se credono veramente nella NATO, dovranno compiere uno sforzo per convincere l’America, troppo impegnata, troppo spesa e stressata (vedasi il tentato omicidio dell’ ex Presidente Trump), a continuare a garantire la sicurezza dell’Europa. Questa è la reale questione che attende nel ruolo di mediatore il nuovo Segretario Generale della NATO Mark Rutte (senza mai dimenticare che lui è un “portavoce” e non il “capo di governo” dell’Alleanza). Rutte dovrà usare tutta le sue capacità di persuasione e diplomazia, perché l’unico modo in cui gli americani possono garantire il futuro della difesa dell’Europa è che gli europei si facciano carico del peso crescente dei propri compiti che tradotto in parole semplici vuol dire che tutti (Italia compresa) raggiungano almeno l’obiettivo del 2% del PIL per la difesa (obiettivo da sempre caro all’amministrazione Trump).Gli europei dovranno fornire tale obiettivo come requisito minimo politico e di forza per essere credibili e meglio coinvolgere il governo di Washington.

didascalia: Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

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