Facciamo una bella festa alla Repubblica

Oggi, celebrazione della Repubblica, sancita il 2 Giugno 1946 con l’esito di un referendum, il presidente Sergio Mattarella troverà modo di richiamare agli italiani il valore della Costituzione, (promulgata il 27 Dicembre 1947) di cui è supremo garante.

Come per il passato il Presidente parlerà agli italiani di libertà, di pace, di solidarietà, di senso dello Stato e accennerà alla bellezza di appartenere alla grande famiglia delle nazioni democratiche non mancando di sottolineare il privilegio di essere guidati da élite responsabili come quelle che governano Stati Uniti ed Europa.

Se però il popolo si ferma un istante a riflettere sulla sua Magna Carta si accorge che da qualche anno i Garanti della sua osservanza devo essersi distratti, molto distratti.

Recita il primo articolo: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».

Sono 11 anni, prima con il presidente Napolitano ed ora con Mattarella, che gli italiani si vedono imporre dall’alto capi di governo che non sono mai stati eletti: Monti, Conte e Draghi.

Purtroppo, anche agli occhi di un semplice cronista di periferia come chi scrive, appare chiaro che dal 2011 la Costituzione italiana è stata ripetutamente violata in diversi suoi articoli dimostrando inequivocabilmente che «la sovranità NON appartiene al popolo».

Fa piacere sapere che ci sia grande armonia tra i vertici dello Stato e che Mattarella, Amato (il “Dottor sottile”, presidente della Corte Costituzionale), Frattini (presidente del Consiglio di Stato), Draghi e i suoi fedeli ministri (Speranza, Colao, Lamorgese, Franco, Brunetta) si muovano all’unisono come veri fratelli.

Il cittadino comune però comincia a percepire in modo sempre più chiaro che l’armonioso afflato che avvolge tra di loro chi li governa non ha alcuna ricaduta positiva sulla propria vita. Anzi si sta rendendo conto con maggiore lucidità che il ceto politico e i suoi Vertici rappresentativi non solo distano anni luce dai suoi problemi esistenziali, ma addirittura gliene creano altri appesantendo il già complicato vivere quotidiano.

I provvedimenti presi per rilanciare l’economia e la tutela della salute pubblica si sono rivelati inefficaci. L’inflazione (7 o 10 per cento?) che erode il reddito non è frutto esclusivo dell’invasione russa dell’Ucraina, come si tenta di far credere; e i morti per gli effetti collaterali causati da sieri sperimentali anticovid sono la triste conseguenza di precise politiche sanitarie. Si possono dire bugie, ma è impossibile vivere costantemente nella menzogna.

Gli Ordini medici che hanno sanzionati i propri iscritti colpevoli di avere salvato pazienti non con i sieri, ma con le appropriate cure, dovrebbero vergognarsi e c’è da sperare che la Magistratura li chiami a rispondere dei loro atti.

Emblematico e ridicolo il caso del professor Massimo Galli. Per due anni – apparendo quasi quotidianamente in talk show e telegiornali – il Docente di Malattie infettive all’Università di Milano ha stordito i telespettatori invitandoli a vaccinarsi per tutelare sé stessi e gli altri.

Risultato: dopo avere assunto tre dosi di “vaccino”, s’è infettato e per guarire ha dovuto ricorrere a quelle cure monoclonali da lui mai menzionate quando addirittura non osteggiate. Che figura.

Le pressioni dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulle Autorità dei singoli Stati perché costringessero i cittadini a vaccinarsi – attenzione: non a trovare rimedi adeguati per vincere l’epidemia – ha fatto affiorare i cinici interessi di Big Pharma, produttori dei sieri sperimentali.

L’Oms (finanziata e controllata da equivoci personaggi come Bill Gates e altre figure che ruotano attorno al mondo del Great reset di Klaus Schwab) sta accelerando su un progetto che va assolutamente contrastato: quello che le consentirebbe di diventare l’istituzione preposta a vincolare ai suoi protocolli tutti gli Stati aderenti.

Altro che sovranità nazionale: la salute di miliardi di esseri umani finirebbe nelle mani di pochi burattinai, autorizzati a portarli verso quel transumanesimo di cui già si sono dimostrati alfieri.

Per restare al nostro Paese registriamo intanto che con la sentenza del 26 Maggio scorso, la Corte Costituzionale (presieduta dal “Dottor sottile”) ha affermato la legittimità dei lockdown e le restrizioni che si sono verificate in questi ultimi due anni, mettendo così “in sicurezza”, a futura memoria, tutti i soggetti che li hanno promossi.

Per il 29 Novembre è invece prevista la riunione della Camera di Consiglio che dovrà decidere sugli obblighi vaccinali (sanitari, forze dell’ordine, vigili del fuoco e insegnanti). Intanto la Commissione Europea ha reso noto che sosterrà e incrementerà le campagne vaccinali fino almeno al 2025.

Il sistema è saldamente (per ora) nella mani di chi ci governa in Europa e in Italia perché gestisce tutti gli organi di garanzia. Ne consegue che non ci si può aspettare alcun aiuto da parte degli organi di vigilanza.

Del resto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha mantenuto la parola data a quei poteri finanziari internazionali (all’interno dei quali s’è sviluppata l’intera sua carriera) che larga parte hanno nel disegno di rivoluzionare il mondo come ripetutamente annunciato nei vari Forum di Davos fin dalla prima edizione del 1971.

L’Italia va resettata: poche grandi aziende e istituti bancari interconnessi con multinazionali straniere; distruzione totale di piccole e medie aziende, artigiani e partite iva; introduzione con le buone o le cattive di green pass per il controllo delle persone; eliminazione di coloro che, ragionando, si oppongono all’oligarchia internazionale degli “illuminati” promotori del great reset. Ecco perché il controllo dei medici e attraverso di loro quello delle persone è fondamentale.

Se l’azione dell’Europa e di Palazzo Chigi (per certi versi in sintonia con quella dei governi Clinton, Obama e Biden) affiora evidente attraverso provvedimenti, che – sia detto per inciso – offrono tanto materiale ai cosiddetti complottisti, quella della Chiesa cattolica appare stranamente più sfumata.

Il “nuovo mondo” contemplato a Davos, infatti, prevede l’azzeramento di ogni forma e simbolo religioso. Tutto deve essere resettato, cancellato, per lasciare posto a ciò che mai s’è visto prima d’ora. Ergo deve scomparire anche quel Dio di cui l’uomo, fin dalle origini, ha sentito la presenza e al Quale ha spesso chiesto protezione.

Stupisce quindi che i Pastori della Chiesa di Roma non reagiscano e mostrino un timore riverenziale nei confronti degli artefici del great reset.

Via Dio e al suo posto “la Scienza”, con la “S” maiuscola, è la pensata degli adepti del “nuovo mondo”.

Parafrasando l’Amleto Shakespeariano verrebbe da dire «C’è del marcio in Vaticano».

I complottisti saranno dei visionari, ma sono innocui. I mistici del great reset sono paranoici pericolosi.

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