Per fortuna è “il sesso debole”; immaginiamo se fosse stato “forte” che cosa avrebbe fatto di più dall’inizio della diffusione dl virus di Wuhan.
Le donne hanno mostrato un coraggio nel resistere sia al Covid-19, sia alle sue drammatiche conseguenze. In questi oltre due anni abbiamo ricevuto, nella posta di redazione e nei telefoni cellulari personali, tantissime notizie utili a capire ciò che stava accadendo aldilà dell’informazione mainstream, sempre meno seguita perché ritenuta propaganda di regime.
Un esercito di combattive donne, medici, infermiere, insegnanti, libere professioniste, mamme, pensionate hanno supportato il nostro lavoro aprendoci gli occhi con accorati messaggi in cui raccontavano fatti reali, a loro dire legati alla somministrazione dei “vaccini”.
Abbiamo accolto segnalazioni di malori improvvisi, di decessi di anziani abbandonati in corsia senza il conforto dei propri cari, di peggioramento della propria salute, di cure di pazienti infettati sfuggendo all’inefficace protocollo “Tachipirina e vigile attesa”. Un vero e proprio “cahiers de doléances”, di cui siamo comunque grati alle donne, determinate e coraggiose, che l’hanno scritto e reso pubblico.
Siamo grati a tutte loro e non possiamo che ammirarne la forza e il carattere. Molte di loro (alcune addirittura monoreddito) stanno ancora pagando con l’allontanamento dal posto di lavoro la scelta che hanno fatto: rifiutare il ruolo di cavia.
La loro resistenza dovrà essere ricordata e ripagata da un governo in grado di ripristinare la verità storica su questa procurata pandemia voluta da una élite internazionale autoproclamatasi “illuminata”.
Nunzia Schillirò, vicequestore di Roma, che pur di aprire gli occhi agli italiani accetta di perdere status simbol, carriera e stipendio, è un esempio di incrollabile fedeltà a quella Costituzione che ha giurato di rispettare entrando nella Polizia di Stato.
La dottoressa, Susanna Zanda, magistrato a Firenze, riammette al lavoro una psicologa spiegando, in modo appropriato e circostanziato, perché è stato leso il suo diritto a non essere inoculata e soprattutto a quello di sostenersi con la propria attività. Un atto, quello del Magistrato fiorentino, di commovente rispetto verso la Giustizia (con la “G” maiuscola), spesso trascurata da altri suoi colleghi.
Poco rassicuranti invece – se fossero vere – le voci filtrate dal Palazzo di Giustizia di Firenze secondo le quali vi sarebbero taluni magistrati indispettiti nei confronti di Susanna Zanda perché, con la sua sentenza, si sarebbe messa in rotta di collisione con il Governo, inflessibile nel condannare chiunque si opponga alla somministrazione del siero sperimentale.
È passato un secolo da “mani pulite” quando la Magistratura milanese intervenne eliminando tutti i partiti escluso l’allora Pci e la corrente di sinistra della Dc (i cattolici democratici, noti anche come cattocomunisti).
Oggi, se fossero vere le voci fiorentine, avremmo dei magistrati organici (o succubi?) alla politica. Un bel passo da gambero.
Silvana De Mari, puntualmente, ogni giorno dal 2020, ha spiegato su “La Verità” gli obiettivi, anche reconditi, del pensiero unico testo ad inquinare le coscienze di credenti e non. Lo ha fatto con prudenza, ma consapevole del rischio di querele (anche strumentali) dei veri poteri forti che mirano ad isolare e intimorire i giornalisti non omologati.
Rosanna Chifari, neurologa, con altri medici ha dato vita a Ippocrate.org un movimento che raggruppa una rete internazionale di medici, ricercatori, operatori della sanità, operatori nel sociale impegnati, in diversi ambulatori, a curare ogni genere di paziente, sia esso vaccinato o non, come dovrebbe essere per ogni sanitario fedele al proprio “giuramento di Ippocrate”, appunto.
Schillirò, Zanda, De Mari e Chifari quattro donne che ben rappresentano quello sterminato universo di belle figure che vivificano l’altra metà del cielo.