Nazioni Unite fondamentale l’adesione di Taiwan

Pubblichiamo lettera del Direttore Generale dell’ufficio di rappresentanza di Taipei – ufficio di Milano, Riccardo tsan-nan LIN, in occasione della 79ª Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che inizierà oggi, martedì10 Settembre presso la sede a New York.

La 79ª Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite inizierà il 10 settembre 2024 presso la sua sede a New York, con i dibattiti generali previsti dal 24 al 28 settembre e il 30 settembre. Il tema del dibattito generale di quest’anno è “Non lasciare indietro nessuno: promuovere insieme la pace, lo sviluppo sostenibile e la dignità umana per le generazioni presenti e future“. Incredibilmente, Taiwan, che fa di questi principi il fondamento della vita democratica dello Stato, non può partecipare all’Assemblea, a causa dell’ostacolo politico rappresentato dalla Repubblica Popolare Cinese.

La causa principale di questa ingiustizia è la distorsione maliziosa del contenuto della Risoluzione 2758 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che cerca di indurre la comunità internazionale ad accettare che tale risoluzione equivalga al principio della “One China”, affermando falsamente che Taiwan faccia parte della Repubblica Popolare Cinese e che quest’ultima sia autorizzata a rappresentare Taiwan nel sistema delle Nazioni Unite, con il chiaro obiettivo di cancellare giuridicamente Taiwan come Stato sovrano e negarvi il diritto legittimo di partecipare al sistema delle Nazioni Unite. La risoluzione ONU 2758, adottata il 25 ottobre 1971, sul tema della rappresentanza cinese in seno alle Nazioni Unite, non definisce Taiwan una provincia della Repubblica popolare cinese, non riconosce la sovranità del Governo di Pechino sull’isola né, in alcuna sua parte, cita Taiwan; dal 1949 la realtà è che Taiwan, di fatto e di diritto, è uno Stato indipendente e sovrano, con legittime istituzioni tutte elette democraticamente in libere e pluralistiche elezioni, solo il governo democraticamente eletto di Taiwan può rappresentare i suoi 23,5 milioni di persone.

Tuttavia, i 23,5 milioni di abitanti di Taiwan continuano ad essere esclusi dal sistema delle Nazioni Unite. Se non ci sarà una risposta tempestiva e una chiara confutazione rispetto alla crescente disinformazione da parte cinese, la realtà oggettiva, con la Repubblica di Cina (Taiwan) e la Repubblica Popolare Cinese che non sono subordinate l’una all’altra, sarà completamente alterata. Inoltre, c’è il rischio che la Cina ottenga una base giuridica sempre più solida per usare la forza contro Taiwan nel prossimo futuro. Di conseguenza, la comunità internazionale non sarà più legittimata a offrire un eventuale congruo aiuto a Taiwan allo scopo di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, in base al principio di risoluzione pacifica delle controversie sancito dalla Carta delle Nazioni Unite.

Pertanto, l’obiettivo principale del governo di Taiwan quest’anno è aiutare la comunità internazionale a comprendere correttamente il contenuto della Risoluzione 2758, inclusa la sua totale assenza di riferimenti nei confronti della nostra nazione. L’interpretazione cinese della risoluzione, che attribuisce a Taiwan lo status di parte integrante della Cina e che conferisce a essa il diritto esclusivo di rappresentarla a livello internazionale, non è corretta e non gode di un consenso universale.

I tre principali punti che vogliamo mettere in evidenza sono: la distorsione maliziosa della Risoluzione 2758 costituisce una seria minaccia alla stabilità dello Stretto di Taiwan e alla pace nella regione dell’Indo-Pacifico. L’ONU deve riconoscere questa situazione e prendere misure attive; la Risoluzione 2758 non esclude la partecipazione di Taiwan al sistema delle Nazioni Unite. L’ONU dovrebbe trovare un modo appropriato per permettere la partecipazione di Taiwan, facilitando il contributo di Taiwan alla realizzazione degli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” (SDGs); ci auspichiamo che il Segretariato delle Nazioni Unite mantenga la sua neutralità e cessi di ripetere erroneamente la Risoluzione 2758, privando di fatto i cittadini e i media taiwanesi del diritto di visitare, partecipare o coprire conferenze ed eventi delle Nazioni Unite.

Taiwan è un partner indispensabile per l’economia mondiale, è il produttore di oltre il 90% dei semiconduttori e microprocessori. Inoltre, oltre il 60% del commercio mondiale attraversa lo Stretto di Taiwan. Ci impegneremo a realizzare il “Piano d’Azione dei Quattro Pilastri per la Pace” del Presidente William Lai, che prevede la collaborazione con partner democratici per costruire una catena di fornitura sostenibile di “chip democratici”, promuovendo la prosperità globale e mantenendo la stabilità nello Stretto di Taiwan.

La situazione nello Stretto di Taiwan è diventata un argomento sempre più rilevante per la comunità internazionale, specialmente dopo il conflitto tra Ucraina e Russia e la guerra di Gaza. Per tale ragione, i leader mondiali hanno utilizzato occasioni multilaterali – tra cui le riunioni del G7, dell’UE, della NATO e dell’ASEAN – per sottolineare l’importanza di mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan. Inoltre, il governo degli Stati Uniti ha pubblicamente contestato, con una dichiarazione, l’uso improprio della Risoluzione 2758. L’Alleanza Interparlamentare sulla Cina (IPAC) ha approvato a luglio un “Modello di Risoluzione Parlamentare per la Risoluzione 2758”, e il Senato australiano ha approvato ad agosto una risoluzione simile.

Siamo fermamente convinti che sempre più Nazioni si alzeranno per sostenere la giusta causa di Taiwan.

Taiwan ha sempre contribuito allo sviluppo della società internazionale, come ha fatto durante la pandemia di COVID-19 donando mascherine e apparecchi respiratori ai paesi bisognosi. L’atteggiamento della RPC, che distorce l’interpretazione della Risoluzione 2758 dell’ONU per isolare Taiwan dalla comunità internazionale e impedire la sua adesione, non solo altererà lo status quo nello Stretto di Taiwan, ma metterà anche a rischio la pace e la stabilità dell’Indo-Pacifico e minaccerà l’ordine internazionale basato sulle regole.

Taiwan non ha intenzione di arrendersi. Continuerà a cercare il sostegno della comunità internazionale, rinnovando il suo appello alle Nazioni Unite. Solo accogliendo pienamente Taiwan sarà possibile creare un mondo migliore, caratterizzato da pace, sviluppo sostenibile e rispetto della dignità umana per le generazioni presenti e future.

didascalia: Direttore Generale dell’ufficio di rappresentanza di Taipei – ufficio di Milano, Riccardo tsan-nan LIN

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