Ucraina fuori dagli accordi di adesione alla NATO. Sarebbe la fine, per ora, dei problemi…

Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation. L’Ucraina potrebbe (occhio al condizionale) recedere dalla sua disponibilità / offerta di aderire alla NATO per evitare la guerra con la Russia.

Questa dichiarazione, riportata dalla BBC, equivarrebbe a una grande concessione a Mosca da parte dell’ Ucraina, in risposta al massiccio rischieramento delle truppe russe nelle vicinanze dei suoi confini.

L’ambasciatore Vadym Prystaiko avrebbe dichiarato alla BBC che l’Ucraina è disposta a essere “flessibile” nel suo obiettivo di aderire all’Alleanza Atlantica, cosa che il presidente russo Vladimir Putin ha, sempre, affermato sarebbe stata il fattore scatenante di un possibile conflitto.

“Potremmo essere minacciati in questo modo, ricattati da questo e spinti a farlo”, ha detto Prystaiko quando gli è stato chiesto se Kiev potesse cambiare la sua posizione sull’adesione alla NATO.

L’Ucraina non è un membro della NATO, (ricordo che la NATO è un’alleanza politica che “dispone” di uno strumento militare e non è solamente un’alleanza militare) e dal lontano 2008 ha, semplificando, la promessa a Kiev di aprire un dialogo che prevede, alla fine di varie fasi, le sia data l’opportunità di aderire all’Alleanza Atlantica. Certo questo, in prospettiva, sarebbe il passo che porterebbe l’alleanza ancora più massicciamente lungo il confine della Russia e vicina ai suoi centri di potere.

Putin afferma che i crescenti legami dell’Ucraina con l’Alleanza potrebbero farne un trampolino di lancio per lo schieramento di missili mirati al cuore della Russia. Il Presidente russo sostiene, in queste ore e sempre con maggiore forza, che la Russia deve stabilire “linee rosse”, da non valicare per la NATO nel suo possibile allargamento, proprio per impedire che i missili NATO siano, in futuro, più prossimi al territorio russo.

La Russia ha spostato più di 100.000 soldati con preponderanti armamenti moderni a breve distanza dai confini dell’Ucraina nelle ultime settimane, spingendo gli Stati Uniti, il suo alleato storico che quasi mai osa avere opinioni diverse, la Gran Bretagna, e conseguentemente tutta la NATO (ma con diverse sfumature nei vari paesi) a ammonire Mosca che non sarebbe stato tollerata un’invasione dell’Ucraina che, tra l’altro, potrebbe apparire imminente.

Mosca nega che stia pianificando un attacco, ma sta svolgendo in territorio bielorusso esercitazioni di imponenti unità che potrebbero essere trasformate, se voluto, nel cuore di una forza di attacco.

Putin, in estrema sintesi, continua a chiedere conferme scritte che la NATO rinunci a qualsiasi ulteriore espansione verso est, compresa l’Ucraina nonostante che, almeno fino ad oggi, i membri della NATO abbiano respinto la richiesta.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato domenica con il suo omologo ucraino Volodymyr Zelenskiy e ha accettato di continuare gli sforzi diplomatici per cercare di risolvere la crisi.

La dichiarazione dell’ambasciatore ucraino alla principale agenzia di informazione di uno dei due paesi meno “possibilisti” di trovare un accordo e più minacciosi con Mosca, non va vista come casuale, ma invece indica che qualcosa si sta muovendo e la diplomazia sta avendo successo. In queste ore c’è un’intensa attività diplomatiche e moltissimi incontri bilaterali.

Ora bisogna far passare la cosa come una “non vittoria” di Putin e una “non sconfitta” di Biden. Molti dicono che si deve tornare a parlare partendo dagli accordi Russia – Ucraina di Minks. Perché’ no?

Per chi scrive, che da sempre ha escluso il conflitto, questo è compito della diplomazia non di altri. Nessuno vuole realmente la guerra e una soluzione sarà trovata, le dichiarazioni alla BBC, se confermate, aprono uno spiraglio…vedremo! Intanto il prezzo del gas aumenta.

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