La Lega varesina torna a parlare di autonomia regionale

A Palazzo estense si torna a parlare di autonomia. A riprendere il tema non poteva essere che la Lega, partito a forte vocazione federalista.

Questa mattina, sabato 28 Maggio, per tre ore si sono alternati al microfono Stefano Bruno Galli, assessore regionale all’Autonomia e Cultura, Federico Furlan e Giorgio Grasso, docenti di Diritto costituzionale, il giornalista Fabio Rubini, l’imprenditore Andrea Manfredi e i presidenti degli ordini dei Consulenti del lavoro di Varese, Vera Stigliano e dei Dottori commercialisti di Busto Arsizio, Roberto Ianni, i quali hanno dialogato sul “Senso della rivendicazione autonomista dopo la pandemia”.

Tutti gli intervenuti hanno ripetutamente evocato il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione che sancisce il riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario.

Si è anche parlato di “regionalismo più cooperativo che competitivo”, di “regionalismo differenziato”, di “residuo fiscale” e, naturalmente, di quel ginepraio di norme burocratiche che, diverso da regione a regione, appesantiscono e frenano lo sviluppo delle imprese e la vita dei singoli cittadini.

Per quanto riguarda il residuo fiscale non si può non menzionare il saggio del sociologo Luca Ricolfi “Il sacco del Nord”, in cui si spiegava come, nel 2010, l’intervallo del residuo fiscale per le Regioni del Nord Italia variava tra i 50 e gli 80 miliardi di euro all’anno, mentre quello per le Regioni meridionali risultava negativo per una cifra tra i 41 e i 79 circa.

Il saggio denunciava inoltre che i livelli dei consumi procapite non corrispondessero ai livelli di Prodotto interno lordo pro capite di ogni singola Regione (quindi, i territori che beneficiavano del residuo fiscale avevano un rilevabile aumento dei consumi in modo più che proporzionale al proprio Pil).

Un dato, questo, rilevato anche dal senatore Dario Galli intervenuto a conclusione dei lavori insieme all’on. Luigi Bianchi, che ha sottolineato come sia importante sollecitare Bruxelles a rimodulare il dialogo con le realtà ragionali, idonee ad interpretare meglio le reali esigenze dei territori.

Presenti in sala anche il presidente della Regione, Attilio Fontana e Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale della Lega, mentre il commissario cittadino, Marco Bordonaro ha fatto gli onori di casa e introdotto i diversi relatori.

Aldilà della lodevole iniziativa di offrire ai varesini un momento di approfondita riflessione su un tema importante come quello dell’autonomia regionale, è difficile allontanare il sospetto che la Lega cominci ad avvertire il clima elettorale.

Soprattutto appare evidente lo sforzo del Carroccio di riprendere il contatto con quei ceti produttivi (pmi, artigiani, partite iva, ordini professionali), che soprattutto in Lombardia hanno costituito la sua base elettorale, alla luce dell’aggressiva scesa in campo di Fratelli d’Italia.

Il Partito della Meloni, infatti, poche settimane fa, per la propria

conferenza programmatica ha scelto il MiCo (Milano Convention center), una location con un alto valore simbolico per il mondo economico lombardo.

La competizione per sottrarre consenso e voti è iniziata. Se FdI ha il problema di riposizionarsi allontanando l’immagine di partito centralista che guarda al Sud, la Lega ha il difficile compito di riconquistare la simpatia dell’elettorato deluso dal suo sostegno, obtorto collo o no, a tutti i provvedimenti presi dal cinico finanziere Mario Draghi.

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