La notizia della possibile chiusura di stabilimenti Beko in Italia ha destato grande preoccupazione, soprattutto nella provincia di Varese direttamente coinvolta.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 13 Novembre, presso Villa Recalcati, sede della Provincia, si è tenuto un incontro sulle possibili azioni per tutelare i lavoratori della Beko, a seguito di quello avvenuto il 7 Novembre a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. In quella occasione si erano riuniti, tra gli altri, l’Amministratore delegato dell’azienda varesina, l’assessore regionale, Simona Tironi, il vice- presidente della Provincia, Giacomo Iametti, il sindaco di Biandronno, Massimo Porotti e i vertici aziendali avevano assicurato che i settori del cooking e del design non avrebbero avuto problemi, mentre notizie meno confortanti erano state date per l’area degli elettrodomestici del freddo.
Il Governo ha chiesto che si apra un confronto proficuo tra le parti nel rispetto delle linee tracciate dalla cosiddetta “golden power”, emessa proprio al fine di tutelare i posti di lavoro e i siti produttivi nazionali.
Il tavolo svoltosi nel tardo pomeriggio di oggi mercoledì 13 Novembre, è stato coordinato dal prefetto dottor Salvatore Pasquariello, presenti, oltre a rappresentanze sindacali, il presidente della Provincia, Marco Magrini, il Presidente e il Direttore generale della Camera di Commercio, il Presidente di Confindustria, diversi funzionari della Prefettura, il sindaco di Varese, Davide Galimberti, di Biandronno, Massimo Porotti e Lorezno Baratelli di Ternate così come i consiglieri regionali collegati online da Milano e Roma. Nell’incontro, durato circa tre ore, sono stati affrontati diversi temi.
Al termine della riunione il presidente della Provincia, Marco Magrini, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Si è giunti alla decisione di raggiungere due obiettivi: primo, creare un tavolo permanente con sindacati, consiglieri provinciali, amministratori, Comune di Varese, Biandronno e Ternate, al fine di fare il punto dell’evolversi della situazione e le azioni da mettere in atto per tutelare i lavoratori del territorio e di una fabbrica che è la storia della nostra Provincia. Secondo, chiedere al Ministero del Lavoro di intervenire nei confronti della ditta che alla fine non fornisce indicazioni puntuali e precise sull’evolvere delle strategie industriali e capire quali sono le linee di investimento e di sviluppo di una multinazionale come Beko, che ha tante linee produttive e qualcuna non sta funzionando a livello europeo, ma qualcun’altra potrebbe avere degli sviluppi e dei vantaggi».
Anche il consigliere regionale Monti (Lega), collegato online (in sede era presente anche il suo collega di partito, il consigliere provinciale Ghiringhelli) ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Bene che sia emersa la volontà di ricompattare il territorio evitando le fughe in avanti degli ultimi giorni che rischiano solo di minare la credibilità delle nostre istituzioni verso il tavolo negoziale a Roma. La speranza è che il consiglio comunale di venerdì a Varese venga spostato a dopo il 20 proprio per non essere oggetto di strumentalizzazioni».
Dal canto loro anche il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana ha tenuto a precisare che «con i dirigenti regionali abbiamo presentato anche tutti gli strumenti di azione che possiamo mettere in campo e sui quali c’è massima disponibilità, però serve l’impegno di tutte le amministrazioni, comunali e provinciali, a partire dal comune capoluogo, non solo in termini di presa di posizione ma concretamente stanziando fondi e strumenti utili per convincere la multinazionale a tenere in piedi il sito di Cassinetta senza alcun ridimensionamento».