di Lorenzo Salimbeni «Cosa fatta capo ha»: avrebbe così commentato Gabriele d’Annunzio al termine della clamorosa giornata del 12 settembre 1919 che lo aveva visto entrare in trionfo a Fiume alla testa dei suoi legionari. La sera precedente il Vate era febbricitante a Ronchi, località in cui nel 1882 era stato fatto prigioniero dai gendarmi austro-ungarici Guglielmo Oberdan, avviato poi al patibolo per aver progettato un attentato all’Imperatore Francesco Giuseppe. Dove il protomartire dell’irredentismo vide il suo percorso interrompersi prese il via un ammutinamento nelle fila del Regio Esercito ed…
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Progetto “Dante Adriaticus” per riscoprire l’italianità adriatica
Dante aveva concepito un’Italia come una regione in cui si parlava una medesima lingua, osservata nella varietà dei suoi dialetti nel De vulgari eloquentia, in cui si fa menzione anche dell’istrioto. Un’Italia concepita nella Divina Commedia “com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e suoi termini bagna”, con riferimento alla necropoli romana di Pola, che l’illustre poeta ebbe quasi sicuramente modo di vedere durante un soggiorno istriano. Nel periodo risorgimentale, in cui la lingua italiana rappresentava una componente fondamentale nella ricerca di un’identità ancora da perfezionare, Dante diventò icona nazionale…
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